Manifesto

DAUHAUS – Discorsi Autonomi Urbani

Sulla scia della protesta che come corso di laurea stiamo portando avanti da ormai quasi un anno, sulla scia di due anni di mobilitazione in difesa del diritto allo studio, sulla scia di una presa di coscienza delle plurali problematiche che attanagliano il contesto attuale, ci siamo finalmente convinti che fosse necessario un punto di vista diverso sul mondo dell’architettura, della pianificazione urbanistica e territoriale, dell’edilizia, sulla gestione e amministrazione degli spazi in cui viviamo, sulla preparazione progettuale. Un punto di vista alternativo, difforme da quel modello che ci viene propinato dalla didattica universitaria.

L’obiettivo è far venir fuori le contraddizioni che caratterizzano il mondo contemporaneo dell’urbanistica e dell’architettura (o non sarebbe meglio utilizzare il termine edilizia?). In particolar modo cercare di comprenderne le dinamiche e le linee guida proprie della realtà romana, attraverso uno studio dettagliato delle politiche urbanistiche, abitative e di sviluppo della città che si sono succedute negli anni fino a determinare il disegno attuale con tutte le problematiche conseguenti. Tentativo primario è quello di smascherare le mancanze (e l’assoggettamento) delle politiche di governo della città nei confronti della logica del profitto ad ogni costo che mette in secondo e terzo piano le reali necessità abitative. In questo contesto, in cui il dogma del mercato non è mai messo in dubbio, si inserisce un dibattito pubblico ridotto a semplice spot pubblicitario e mai incisivo su temi importanti, dalla casa alla mobilità, dalla sostenibilità allo spazio pubblico, dai servizi alla qualità della vita. La formazione universitaria, e dunque la preparazione che viene impartita anche dal nostro corso di laurea, è uno specchio del contesto generale, della sua povertà culturale e di un mondo accademico isolato nel proprio corporativismo disciplinare, avvolto in un vortice stantio di considerazioni e tematiche retrograde. È una preparazione povera di contenuti volti alla formazione di una cultura progettuale opportuna a sfidare un contesto mutevole in campo sociale economico e politico, attanagliato da una asfissiante crisi economica. È questo che impedisce un vero approccio ingegneristico verso il quale si dovrebbe tendere, un approccio fatto di analisi delle problematiche in tutte le loro sfaccettature e di elaborazione di soluzioni complesse, volte alla progettazione di un edificio, un quartiere, una città o addirittura un mondo migliore.

Da tutte queste considerazioni sul contesto generale nasce la nostra idea, fondata su una forte critica volta a far venir fuori le contraddizioni dello sviluppo della città e della sua gestione. Critica profonda e dettagliata ma non soltanto fine a se stessa. Esistono infatti esperienze e percorsi alternativi in continua evoluzione, totalmente in antitesi al modello classico di sviluppo urbano che consuma suolo ad alta velocità (…). Cercheremo di mettere in evidenza le alternative possibili o già in atto sul palcoscenico cittadino e perché no anche europeo o mondiale. Il collegarci con il contesto che viviamo tutti i giorni, quello della realtà capitolina, ci sembra un buon punto di partenza per lanciare DAUHAUS. Un punto di partenza in grado di fungere da ariete per aprire il nostro percorso a innumerevoli indirizzi:
dalla sostenibilità a diverse scale alla questione abitativa, dall’industria delle costruzioni e la  rendita alla lotta per la casa, dalle nuove tendenze dell’abitare alla mobilità sostenibile,
dalla gestione degli spazi pubblici nel rapporto pubblico-privato fino ad arrivare alla ricostruzione post-terremoto abruzzese con la tragica situazione attuale e le poche esperienze positive.
Per non parlare poi di autogestione di spazi, partecipazione popolare negli indirizzi progettuali, autorecupero, autocostruzione, coabitazione…questo elenco potrebbe continuare all’infinito. Insomma, un approfondimento su molti temi, che può e deve portare a numerosi sbocchi, molti dei quali ancora da immaginare: da seminari a mostre fotografiche, all’applicazione all’interno delle nostre tesi di laurea, a pubblicazioni, blog, etc.etc.